Venerdì 27 gennaio 2012
ore 20:00 (inizio diretta)
(19:00 Friday January 27, 2012 in GMT)
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Andrea Battistoni, direttore
Orchestra del Teatro Carlo Felice
Wolfgang Amadeus Mozart
Sinfonia n. 38 in Re maggiore K 504 “Praga”
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Sinfonia n. 6 in Si minore op. 74 “Patetica”
E’ davvero bello e importante che il Carlo Felice dedichi il concerto di questa sera alla memoria della Shoah.
E sono certo che la commozione, che la grande musica di Mozart e di Čajkovskij e la 6° sinfonia sembra il viatico più giusto per costruire questo collegamento risveglierà, nell’animo di ciascuno di noi il ricordo degli uomini, delle donne e dei bambini ebrei cancellati dal mondo della barbarie nazista.
Vorrei provare però a mettervi in guardia, e mettere in guardia me stesso, dall’idea che la musica di per sé sia consolazione e rimedio, garantisca umanità e fratellanza.
La grande musica classica europea fu una fonte alla quale si abbeverarono sia le vittime che gli aguzzini, e questo rende ancora più grande l’orrore di quel che in quegli anni è accaduto, perché avvenne in uno dei punti più alti della civiltà e della cultura dell’Europa e dell’Occidente.
E la musica, la grande musica la conoscevano e apprezzavano anche quanti, i più, da quegli orrori preferirono distogliere dagli occhi, anche quando le vittime erano i vicini, gli amici più cari, i fratelli.
Spero di non guastarvi la serata, ma il giorno della memoria per essere vero deve provocare in ciascuno di noi anche disagio per la rimozione di nostri simili nel passato, per la rimozione nostra dei tanti orrori che ancora accompagnano il nostro presente per la nostra indifferenza di fronte al riemergere di odi etnici, religiosi, di fronte alla marginalizzazione del diverso e dello straniero.
E forse se facciamo i conti con questo disagio riusciremo a penetrare più compiutamente nella forza, nella disperazione, nel disagio esistenziale e nella bellezza della musica che sentiremo stasera...
Perché la musica ci renda fratelli bisogna avere voglia di sentirsi fratelli.
Come i giovani musicisti ebrei e palestinesi che Daniel Barenboim ha unito nell’orchestra che in Palestina vive e suona.
Come i bambini di tutte le etnie che MUSE, l’istituzione fondata dal grande musicista ebreo Yehudi Menuhin affratella nelle scuole di Genova, d’Italia, d’Europa, trovando nella musica il primo linguaggio comune fra bimbi che parlano lingue diverse.
La musica che non separa, la musica che unisce i diversi, la musica per far sì che l’orrore non si ripeta.
Andrea Ranieri
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