Venerdì 8 Maggio 2015 ore 20.30
inizio diretta ore 20.00
Friday, May 8, 2015 - h 6:00 PM (in GMT)
Martedì 12 Maggio 2015 ore 15.30
inizio diretta ore 15.00
Tuesday, May 12, 2015 - h 1:00 PM (in GMT)
Opera lirica in quattro atti
di Georges Bizet
su libretto di Henri Meilhac e
Ludovic Halévy
ispirato alla novella omonima
di Prosper Mérimée
Direttore Philippe Auguin
Regia-Scene-Luci Davide Livermore
Costumi Gianluca Falaschi
Assistente alla regia Davide Battistelli
Assistente ai costumi Gian Maria Sposito
Allestimento Teatro Carlo Felice
Orchestra e Coro Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Pablo Assante
Coro di voci bianche Teatro Carlo Felice
Maestro del coro di voci bianche Gino Tanasini
Cast 8 Maggio
Carmen
Sonia Ganassi
Don José
Francesco Meli
Escamillo
Mattia Olivieri
Moralès
Ricardo Crampton
Zuniga
John Paul Huckle
Micaëla
Serena Gamberoni
Frasquita
Daria Kovalenko
Mercédès
Marina Ogii
Dancaïre
Roberto Maietta
Remendado
Manuel Pierattelli
________________
Cast 12 Maggio
Carmen
Anna Malavasi
Don José
Francesco Meli
Escamillo
Valdis Jansons
Moralès
Ricardo Crampton
Zuniga
John Paul Huckle
Micaëla
Maria Katzarava
Frasquita
Daria Kovalenko
Mercédès
Marina Ogii
Dancaïre
Roberto Maietta
Remendado
Manuel Pierattelli
Coro voci bianche
Baldini Giovanna - Benenati Ilaria - Benvenuto Silvia - Bianchi Thomas - Bogdanovic Filippo -
Canepa Francesco - Carbone Sebastiano -
Caruso Elena -Cignarale Beatrice - Di Stefano Emilia - Farag Emilia -Ferrario Giovanni - Gentile Chiara - Grimaldi Elisabetta - Guano Camilla -
Manfreddo Francesca -Marasco Carola - Migliardi Alice - Musso Arianna - Napoli Veronica - Nellino Andrea - Roggero Anastasia - Saleh Mariam - Stolfo Irene -Roggero Anastasia - Tenti Gaia - Tognoni Carola - Tortorelli Maria - Vanacore Laura - Visconti Clara
Il pubblico dell’Opéra-Comique di Parigi, il 3 marzo 1875, prese una delle più clamorose cantonate nella storia dell’opera lirica: non capì che Carmen era un capolavoro senza precedenti e la fischiò. La sala fu scioccata dalla passionalità e dalla violenza della vicenda (che l’esperta coppia di librettisti Halévy e Mehilac aveva ricavato dall’omonima novella di Mérimée) e si spaventò davanti all’incontenibilità del carattere di Carmen, archetipo della futura femme fatale teatrale e cinematografica. Il contesto in cui si muovono i protagonisti non aiutò: per la prima volta si ascoltavano arie, duetti, quartetti, cori cantati da zingari, ladri, sigaraie, toreri e contrabbandieri; un universo sociale emarginato e di malaffare che non sembrò degno di calcare un palcoscenico operistico. Carmen fu un vero scandalo, insomma, che riempì la sala per quarantacinque repliche consecutive solo perché l’avversione generale si mescolò ad una curiosità morbosa.
Di lì a pochi mesi, però, compositori noti per i loro giudizi tranchant sulla musica altrui come Brahms e Wagner, filosofi senza peli sulla lingua come Nietzsche, si schierarono pubblicamente dalla parte del compositore, Georges Bizet, morto appena trentasettenne quattro mesi dopo il fiasco parigino. E tutti, allora, si accorsero in ritardo che Carmen svecchiava come nessun altro titolo la concezione tradizionale dell’opera lirica; e non tanto perché la musica di Bizet era riuscita a tradurre alla perfezione nella lingua musicale francese le sonorità di quella spagnola, quanto per la vitalità e la sensualità popolaresche che, finalmente, non venivano più messe al bando dalla musica colta. La partitura di Carmen è scritta con la consapevolezza e il controllo di un giovane maestro della melodia, dell’armonia e della strumentazione, che aveva studiato al Conservatorio di Parigi con Gounod e aveva vinto il più prestigioso concorso accademico musicale francese, il “Prix de Rome”. Ma al tempo stesso è senza freni e disinibita, figlia di un musicista con gli occhi rivolti alla vita e non solo alla scuola. E oggi, non soltanto Carmen è una delle opere più rappresentate al mondo, ma, come Traviata o Don Giovanni, è quasi il sinonimo stesso del teatro in musica.
Il Carlo Felice ripropone Carmen nella regia di Davide Livermore, che ha spostato la storia ai giorni della rivoluzione cubana: una scelta controcorrente, ma motivata dall’aver individuato un equivalente novecentesco dell’atmosfera conflittuale già presente nella trama originale.
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